Alberto Bartalini

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Alberto Bartalini

Direttore artistico Teatro del Silenzio

Spesso, guardandomi indietro, mi sorprendo a pensare al momento, all’occasione in cui è nata l’idea del Teatro del Silenzio a Lajatico, nel 2006.

Non è difficile immaginare. Un incantevole anfiteatro naturale; un refolo di vento ti sfiora; nel più lieve silenzio sembrano avvolgerti dolci, soffuse, raffinate melodie; ti circonda un empito di emozioni di cui si perdono le origini. Perché un’origine non c’è; volteggiano nell’aria e ti colgono all’improvviso. Un diffuso senso di benessere ti entra nell’animo e la mente vaga nel più appassionante sogno.

Da qui l’intuizione del Teatro del Silenzio: accostare la bellezza del paesaggio alla raffinatezza musicale di Andrea Bocelli, che proprio da quei luoghi ha tratto linfa vitale.

Creare scenografie spettacolari, apparati scenici ricchi di colore e di invenzioni, raccordare costumi e coreografie con i ritmi musicali, pensare ogni dettaglio in simbiosi con l’interpretazione di Andrea e di tutto il cast.

Espandere lo spettacolo, la costruzione teatrale al di là dei limiti del palcoscenico, per coinvolgere tutto e tutti.  E, da sfondo, la magia del paesaggio.

Da qui il fervore delle idee, il sovrapporsi delle emozioni, il rincorrersi delle suggestioni, la voglia di creare un evento di elevato spessore estetico.

Coinvolgere artisti di chiara fama insieme a eccellenze artistiche nascoste, che vivono sottotraccia, anch’esse dense di notevole qualità.
Dar luogo a un Elogio della Bellezza che, oggi, potrebbe davvero identificarsi con un Elogio della Follia; la follia come motore di una vera e propria rivoluzione culturale; la follia come autentico desiderio di scoprire, di scavare, di creare un solido ponte tra passato e futuro, con la convinzione che esso rappresenti una delle strade maestre per un auspicabile rinascimento estetico ed etico.

Ma c’è anche il mio profondo desiderio di valorizzare la creatività artistica attraverso la sua divulgazione in occasioni di ampia partecipazione collettiva, uscendo dagli scenari delle grandi città per coinvolgere in maniera diretta anche i centri più periferici spesso inopportunamente definiti minori.

E, così, anche Lajatico si è trasformato. Passeggiando per le sue strade, oggi ci si imbatte in presenze entusiasmanti: sui muri, sui tetti, nell’alto del cielo.

Opere di artisti di fama internazionale a partire da Igor Mitoraj – la cui opera “Il Grande Sonno” è divenuta icona del Teatro del Silenzio – pian piano sono divenute familiari; e in coerenza con esse si è modellato ogni elemento di arredo e di decorazione urbana. Le idee del regista sono state sapientemente raccolte e si sono tramutate in azione.

Naturalmente i primi a cogliere la portata dell’iniziativa sono stati Andrea Bocelli e il suo entourage. Lo hanno fatto con entusiasmo, convinzione, partecipazione, creatività.

Numerosi, poi, i soggetti che immediatamente hanno capito e si sono affiancati, in particolare l’Amministrazione Comunale, la Banca Popolare di Lajatico e la Famiglia Ripanucci che da sempre hanno sostenuto l’evento. Un bilancio, che dal 2006 anno di nascita del Teatro, è senz’altro positivo e spinge verso nuove esaltanti imprese.